L’autunno e le prime {vere} piogge hanno portato in dono un giro a Milan la gran Milan, dove sono stato in scena una settimana con uno spettacolo del mio amico Roberto [il teatro ogni tanto fa ancora capolino tra le pieghe del grembiule da cuoco].
Ho approfittato naturalmente approfittato di questa trasferta milanese per regalarmi qualche esperienza gustativa che mi intrigava e per cercare così [i cuochi sono, come tutti i creativi, dei ladri…] anche qualche nuova ispirazione.
Ho scelto due locali, che la volontà del caso ha voluto nella stessa strada, che propongono entrambi cucina vegan:il primo addirittura vegan e crudista, il secondo invece “solo” 1 stella Michelin…!
Avrete forse capito che il secondo altri non è che il famoso Joia di Pietro Leeman, mentre il primo si chiama Mantra ed è l’unico totalmente crudista di Milano. Non vi costringo a leggere fino in fondo e vi dico subito: ve li consiglio caldamente tutti e due!

Ravioli di zucca raw con pinoli e spinaci
Ma se avete voglia di seguirmi vi racconto un po’ nei dettagli come è andata…

Capitolo 1. Sapessi com’è s(tr)ano sentirsi raw vegan a Milano…
Cominciamo dai ragazzi del Mantra che del Joia e’ facile parlare…E’ un locale non grande, con uno stile fresco e rilassante, ci si sente da subito a proprio agio e bene accolti da un personale giovane, gentile e premuroso e anche simpatico.

Insalata molto creativa

La proposta di menù è come detto vegana e crudista: tutti piatti dunque che non vengono cotti a temperatura superiore a 42 gradi. Per pranzo c’è una carta un po’ più semplice e “sportiva” rispetto al servizio serale ma che non lascia delusi per niente. Anzi.
Ho assaggiato dei ravioli di zucca con ripieno di fonduta di pinoli e spinaci e un pesto di coriandolo: veramente spettacolari! Sapori decisi e intriganti, leggerezza, colori, consistenze…tutto alto livello.
Poi ho proseguito con un involtino di peperone farcito con avocado, crudite’ e maionese allo zenzero e chiuso con un tirawmisu (😉) al cocco e nocciole.

Mantra raw vegan a Milano
Tutto ottimo, preparato con cura e dedizione e con grande capacità.
Cibo buono per il corpo e per il cuore. Da tornarci!


Capitolo 2. Qual è il valore di una coccola?
E poi, be’, tocca al Joia. Che poi dal Mantra basta attraversare la strada e ci sei.
Qui l’ambiente e’ diverso: minimalista, curatissimo, con pezzi di ricercato design e il servizio di ristorante stellato. Frotte di camerieri che ti coccolano come una mamma fa col suo bebè, guardaroba, maitre, e la sorpresa di ricevere lo chef Leeman in persona che viene al tavolo, ti dà il benvenuto e ti chiede cosa ti piacerebbe mangiare…

La sala del Joia
La risposta giusta sarebbe probabilmente: tutto! Ma limiti di stomaco e portafoglio fanno propendere per un assaggio di 3 piatti.

Un piatto capolavoro di Chef Leeman
E qui potrei dilungarmi, scendere nei particolari, descrivere minuziosamente cosa ho mangiato [poi ve lo dico comunque, non vi lascio così…] ma la verità vera e’ che in un luogo così QUALSIASI cosa tu scelga dal menù e’ un’esperienza che non delude: perché quello che mangi non è solo (!) cibo di altissima cucina ma il distillato di una vita di ricerca in campo gastronomico di un professionista e di un uomo di grande spessore. Ecco perché il risultato va oltre il semplice “mangiare”.

Altro capolavoro di alta cucina naturale
In ogni caso, come vi ho promesso, io ho assaggiato “La sorgente della vita” e “Paesaggio interiore” e ho chiuso con “Gong” (il dolce).

Un dessert..."sonoro"
I dettagli e gli ingredienti dei piatti li potete leggere qui, mentre io posso dirvi che tutto, ogni singolo boccone, trasmette cura, sapienza, esperienza, spessore e tocco, in una danza che è difficile raccontare a parole.
Anzi, in una parola si: andateci!

P.S.: Comunque se c’è una cosa che furoreggia a Milano è il brunch (Io ho provato quello del ristorante Capra e Cavoli e purtroppo è stato deludentissimo…la versione radical chic di una mensa, no comment…)